Come si informano gli italiani al giorno d’oggi? Questa è la domanda a cui i relatori hanno cercato di dare risposta, il 3 maggio scorso, in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa all’auditorium di Ronchi dei Legionari. Annalisa D’Orazio, capo gabinetto di Agcom, Cristiano Degano, presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Muscatello, presidente...
Italiani alla fonte: il contributo di Leali delle Notizie nella Giornata della libertà di stampa
Come si informano gli italiani al giorno d’oggi? Questa è la domanda a cui i relatori hanno cercato di dare risposta, il 3 maggio scorso, in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa all’auditorium di Ronchi dei Legionari. Annalisa D’Orazio, capo gabinetto di Agcom, Cristiano Degano, presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Muscatello, presidente Assostampa FVG, sono stati i protagonisti dell’incontro “Italiani alla fonte: come, quanto e dove ci informiamo”, moderato da Silvia De Michelis di Telefriuli e promosso dall’associazione culturale Leali delle Notizie. “Negli ultimi 10 anni è cambiato il modo di informarsi – ha spiegato Muscatello – Tra dicembre del 2014 e quello del 2018 la vendita del quotidiano si è ridotta del 31% e solo il 9% viene recuperato con la vendita dei quotidiani online.” Rimane dunque scoperto un 22% che viene colmato attraverso la fruizione di altri media. Radio e Tv sono i due media che riescono ancora a tener testa ai social e al web. “Sempre più persone si informano con il proprio smartphone – ha affermato D’Orazio – ma l’informazione sul web non è sempre completa, in quanto nelle pagine dei motori di ricerca vengono segnalate solo le notizie che secondo il web possono interessare di più la persona.” Manca dunque l’opera intermediaria del giornalista. Il 90% delle notizie delle inserzioni vengono prese dalle testate giornalistiche ma vengono stravolte, diventando spesso fake news. “Il cittadino ha il diritto di essere informato – ha detto D’Orazio – e per costruire la propria opinione ha bisogno di un’informazione corretta, indipendente e libera.” Le persone fra i 18 e i 44 anni hanno perso interesse nella lettura del quotidiano: molti di loro si informano leggendo le notizie sulle piattaforme web come Google News, sistema che però predilige la raccolta di inserzioni anziché le notizie delle testate, fornendo dunque ai lettori un’informazione non sempre corretta.
Secondo i dati Agcom del consumo dell’informazione la tv è ancora il mezzo di comunicazione più utilizzato per informarsi, specialmente i telegiornali nelle ore di punta di pranzo e cena. Il secondo media è il web (escludendo però i siti delle testate editoriali e delle tv), il quale supera per la prima volta la radio, che si posiziona al terzo posto, seguita infine dalla carta stampata. “È cambiata la modalità di informarsi. – ha proseguito D’Orazio – Captiamo l’informazione in momenti diversi della giornata perdendo l’intensità della lettura. Ci si informa dunque in modo più frammentario e si disperde la concentrazione e questo accade a tutte le fasce d’età.” Il quotidiano, sia cartaceo che digitale, continua però ad essere considerato il mezzo di fiducia dell’informazione. Molti ragazzi tra i 14 e i 18 anni, pur non leggendo più i cartacei, leggono le notizie sui siti delle testate giornalistiche, che sono i più cliccati. “Tutti sono ormai costretti al web – ha detto Muscatello – ma non bisogna permettere il calpestamento del lavoro del giornalista, che deve dare qualità all’informazione.”
L’Italia è al 43esimo posto in classifica come libertà di stampa e ben 20 giornalisti vivono sotto scorta a causa della criminalità, della mafia e dei gruppi fascisti. La politica dunque dovrebbe anche cercare di fare la sua parte, valorizzando l’informazione di qualità che non può esserci se si continua a tagliare i fondi all’editoria. Dovrebbe inoltre essere introdotta, secondo i relatori dell’incontro, una tassa sul web, in modo tale che anche le piattaforme digitali possano promuovere l’informazione di qualità nella sfera pubblica. “Ormai la carta stampata non si rigenera più. – ha affermato Muscatello – ed è necessaria una legge che induca le piattaforme a retribuire chi ha lavorato a un articolo. Nessun media però deve uccidere l’altro, ma devono tutti coesistere per dare la giusta informazione ai cittadini.”
Beatrice Branca
