Daphne Anne Vella era nata il 26 agosto 1964 a Sliema, località dell’isola di Malta. Aveva studiato nel convento di San Dorothy a Mdina e al Collegio S. Aloysius di Birkirkara, prima di frequentare l’Università di Malta e laurearsi in archeologia nel 1997. Nel 1985 sposa Peter Caruana Galizia, con il quale ha tre figli: Matthew Mark John, Andrew Michael Louis e Paul Anthony Edward. Residente a Bidnija, un borgo nei confini della municipalità di Mosta, inizia la sua carriera di giornalista nel 1987 per l’edizione domenicale del Times of Malta, per poi diventare condirettore del Malta Indipendent nel quale era passata ad avere il ruolo di editorialista. E’ stata direttrice della rivista Taste & Flair.
È però il suo blog Running Commentary a proiettarla, dal 2008, al centro dell’attenzione del pubblico con segnalazioni investigative e commenti personali: il suo blog era uno dei siti più popolari di Malta, ma le è costato anche diverse battaglie legali. Basti ricordare che nel 2010 le critiche contro il magistrato Consuelo Scerri Herrera hanno avuto quale conseguenza l’apertura di un inchiesta per calunnia e diffamazione. Caso poi archiviato nel novembre 2011. L’8 marzo 2013, Daphne Caruana Galizia è stata arrestata (anche se liberata poche ore dopo) per aver rotto il silenzio politico il giorno prima delle elezioni generali del 2013, dopo aver postato dei video che deridevano l’allora leader dell’opposizione Joseph Muscat.
Nel 2016 Caruana Galizia, anche grazie alla partecipazione di suo figlio Matthew nel Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ), è stata la prima a lanciare la notizia del coinvolgimento dei politici governativi Konrad Mizzi e Keith Schembri nei Panama Papers. In seguito a ciò è stata nominata dalla testata Politico.Eu, come una delle “28 persone che avrebbero scosso l’Europa nel 2017”. E proprio nel 2017 Caruana Galizia ha rivelato i legami tra Michelle Muscat, moglie del primo ministro Joseph Muscat e la società panamense Egrant. Rivelazione che ha provocato una scandalo tale da indurre Muscat a indire le elezioni anticipate del giugno 2017, che hanno visto il suo partito laburista confermarsi al governo. Dopo le elezioni, Caruana Galizia è stata duramente critica anche con il nuovo leader dell’opposizione nazionalista, Adrian Delia. Daphne Caruana Galizia è rimasta uccisa, all’età di 53 anni, nell’esplosione di un’autobomba nella sua Peugeot 108 nei pressi della sua residenza di Bidnija, vicino Mosta. Erano le ore 15 del 16 ottobre 2017: la violenta esplosione ha sparso pezzi del veicolo nei campi vicini ed è stata sentita dal figlio Matthew, il primo ad accorrere sul luogo dell’attentato.
Due settimane prima della sua morte, la giornalista maltese aveva presentato una denuncia alla polizia per aver ricevuto minacce di morte. Il suo ultimo post, pubblicato alle ore 14.35, pochi minuti prima di morire, riguardava la testimonianza in tribunale di Simon Busuttil, leader dell’opposizione, nel processo che vede coinvolto Keith Schembri, capo dello staff di Muscat. Schembri, accusato di corruzione, è stato tra i primi politici a essere travolto dallo scandalo dei Panama Papers.
Il 3 novembre 2017 si sono svolti i funerali nella Rotonda di Mosta, officiati dal vescovo di Malta Charles Scicluna, alla cerimonia erano presenti anche l’ex Presidente della repubblica maltese Eddie Fenech Adami, l’ex Primo ministro Lawrence Gonzi e l’ex leader del Partito Nazionalista Simon Busuttil, oltre al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e al rappresentante OSCE per la libertà di stampa Harlem Désir. La famiglia Caruana Galizia non ha invitato alla cerimonia funebre né il Primo ministro Joseph Muscat, né la Presidente della repubblica Marie Louise Coleiro Preca. Tutte le bandiere negli uffici pubblici maltesi sono state messe a mezz’asta in segno di lutto, così come le bandiere della Commissione Europea.