Ahmed Hussein-Suale, originario del Ghana, era un giornalista investigativo sotto copertura. Lavorava all’interno del pool investigativo di Anas Aremeyaw Anas (noto giornalista di cui nessuno conosce il volto) ed era collaboratore dell’agenzia investigativa Tiger Eye.
Suale era coinvolto in un’investigazione volta a smascherare la corruzione nella Federcalcio del Ghana. Le indagini portarono alla pubblicazione di un documentario nel 2018: Number 12 (allusione alla corruzione come dodicesimo giocatore della squadra di calcio). Il ruolo di Hussein era quello di infiltrato come potenziale investitore e, nel corso del suo lavoro, si era visto offrire lucrosi contratti con il governo del Ghana, in cambio di diversi milioni di dollari.
Le indagini, portate alla luce anche dal film, hanno smascherato uno scandalo di proporzioni rilevanti: i giornalisti erano riusciti a dimostrare la collusione tra la federazione e alcuni membri del parlamento. Al centro dello scandalo c’era Kwesi Nyantakyi, presidente dell’Associazione Nazionale del Calcio ghanese e vicepresidente della Confederazione di Calcio africana, nonché membro del consiglio FIFA. Nyantaki era stato filmato mentre accettava una tangente e in seguito venne squalificato a vita dalla FIFA. Il Presidente del Ghana, dal canto suo, ordinò il proscioglimento da parte del governo della società calcistica e interruppe tutte le partite di calcio nel paese.
Dopo la messa in onda del documentario di Anas, il deputato del parlamento ghanese, Kennedy Ayapong, implicato in una delle indagini, ha rivelato l’identità del giornalista in diretta TV nazionale e incitando all’odio gli spettatori della trasmissione, con parole molto pesanti e accusatorie nei confronti del giovane ragazzo.
Le immagini mostrate pubblicamente di Suale sono state la sua condanna ad appena 34 anni. Infatti, quelle sue foto mostrate in diretta nazionale, sono state un indizio per colpirlo da chi lo considerava un elemento scomodo.
Qualche tempo dopo Ahmed Hussein Suale ha perso la vita in un brutale assassinio: due uomini in bicicletta gli spararono tre volte mentre stava rientrando nella sua abitazione a Medina, un sobborgo della capitale ghanese Accra.