Antonio RUSSO

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(03 giugno 1960 - 16 ottobre 2000)

Antonio Russo, nato a Chieti nel 1960, è stato un giornalista freelance italiano.

Russo è stato per molti anni freelance e reporter internazionale di Radio Radicale. Tra le sue corrispondenze quelle dall’Algeria, durante gli anni della repressione, dal Burundi e dal Ruanda, che hanno documentato la guerra nella regione dei grandi laghi africani, e poi dall’Ucraina, dalla Colombia e da Sarajevo. Russo fu inoltre inviato di Radio Radicale in Kosovo, unico giornalista occidentale presente nella regione durante i bombardamenti NATO, dove rimase fino al 31 marzo 1999 per documentare la pulizia etnica contro gli albanesi kosovari. Nel corso di quelle settimane collaborò anche con altri media e agenzie internazionali. In quell’occasione fu protagonista di una fuga dai rastrellamenti serbi, unendosi a un convoglio di rifugiati kosovari diretto in treno verso la Macedonia.

Il convoglio si fermò durante il percorso e Antonio Russo raggiunse Skopje a piedi: non si ebbero notizie per due giorni, dandolo per disperso. Fu ucciso nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 2000 in Georgia, dove si trovava in qualità di inviato di Radio Radicale per documentare la guerra in Cecenia. Il suo corpo venne ritrovato, con segni di tortura, ai bordi di una stradina di campagna a 25 km da Tbilisi. Perquisita dalla polizia georgiana, la sua abitazione era a soqquadro, mentre il telefono satellitare, il computer, la videocamera e il materiale da lui raccolto sugli eccidi in Cecenia era stato sottratto.

Le indagini della procura di Roma e della Digos, supportate anche da fonti del quotidiano The Observer, dell’Ansa e del Corriere della Sera, collegarono l’omicidio di Russo con le sue scoperte giornalistiche. Russo aveva infatti cominciato a trasmettere in Italia notizie sulla guerra e aveva parlato di una videocassetta contenente torture e violenze dei reparti militari russi ai danni della popolazione cecena. Secondo alcuni suoi conoscenti, Russo aveva raccolto prove dell’utilizzo di armi illegali contro bambini ceceni, con pesanti accuse di responsabilità nei confronti del governo di Vladimir Putin.

Russo non si iscrisse mai all’Ordine dei Giornalisti italiano per la sua contrarietà a questa organizzazione, condivisa dal gruppo dei radicali italiani di cui lui faceva parte. Nel 2001 gli fu assegnato postumo il premio Saint Vincent di giornalismo.

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