Italo Toni non proseguì la professione per cui la sua famiglia era famosa a livello locale, cioè l’artigianato del ferro, ma divenne maestro elementare.
Dopo pochi anni si trasferì a Roma, dove poté dedicarsi a quella che era la sua vera passione: era da sempre interessato alle vicende del Vicino Oriente, verso il quale intraprese numerosi viaggi.
Lavorò per varie riviste nel corso della sua carriera giornalistica, per citarne alcune: La conquista, Il Ponte, L’Astrolabio, Aut e Mensile. Suo fu lo scoop giornalistico del 1968 e pubblicato da Paris Match (rivista periodica francese), che rivelò al mondo l’esistenza dei primi campi di addestramento della guerriglia palestinese.
Nel 1978 pubblica assieme alla compagna Graziella De Palo, un libro inchiesta intitolato Quale movimento. Polemica su Che Guevara.
Pochi anni dopo, nel 1980, i due compirono l’ultimo viaggio assieme, nel corso del quale furono rapiti a Beirut. Da allora di loro non si seppe più nulla.
Graziella De Palo era appassionata di giornalismo fin da piccola: prese l’ispirazione dal famoso Corriere dei Piccoli (prima rivista settimanale di fumetti in Italia).
Portò avanti un progetto di rivista d’attualità assieme a Loredana Lipperini, che ne disegnava le copertine, intitolato Parliamone Insieme.
Iniziò a lavorare come giornalista a soli vent’anni all’agenzia di stampa Notizie Radicali, legata al Partito Radicale. Ed è lì, nella sede storica del partito di Roma, che incontrò per la prima volta Italo Toni, che in seguito divenne il suo compagno. Anche lei collaborò per diverse testate: ABC, Quotidiano Donna, I Consigli, Quotidiano dei Consigli, e soprattutto L’Astrolabio.
Le sue inchieste indagavano nel profondo del mondo dei Servizi Segreti italiani, facendone trapelare i misteriosi collegamenti tra i servizi l’industria bellica italiana. Nel 1980 i suoi accuratissimi lavori vennero notati dal direttore di Paese sera, che le commissionò un’inchiesta a puntate sulle connessioni del traffico d’armi tra Italia e Medio Oriente.
Il 22 agosto dello stesso anno, Graziella e Italo partirono per Damasco, in Siria, per raggiungere i campi profughi palestinesi del Libano. Arrivarono a Beirut, passando la frontiera tra Siria e Libano in auto il 24 agosto, e soggiornarono all’Hotel Triumph: l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) offrì loro una stanza e un interprete.
L’01 settembre si recarono all’ambasciata italiana a Beirut dove comunicarono di voler visitare il sud del Libano: zona calda durante la guerra civile libanese, spesso attaccata dalle forze israeliane. Avvisarono l’ambasciata di provvedere a cercarli se entro tre giorni non avessero fatto ritorno.
Il 02 settembre sarebbero dovuti partire su una Jeep del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina. Ma da quel momento non si ebbero più tracce dei due giornalisti.
Purtroppo l’ambasciata si allertò solo alla fine di settembre, su pressione della famiglia di Graziella. Da quel momento in poi una serie di depistaggi non permise di far venire fuori la verità sulla sparizione dei due giornalisti.