Emozioni al centro visite Gradina in ricordo del fante Nicola Righetti

Emozioni e ricordo sono stati gli elementi principali della bella serata organizzata al centro visite Gradina, grazie alla collaborazione tra l’associazione culturale ronchese Leali delle Notizie e il comitato “Pro Chiesa di Plave, che hanno portato nello splendido scenario naturale del Centro visite Gradina lo spettacolo “Io qua sento il rumore del cannone…”, rappresentazione teatrale...

Emozioni e ricordo sono stati gli elementi principali della bella serata organizzata al centro visite Gradina, grazie alla collaborazione tra l’associazione culturale ronchese Leali delle Notizie e il comitato “Pro Chiesa di Plave, che hanno portato nello splendido scenario naturale del Centro visite Gradina lo spettacolo “Io qua sento il rumore del cannone…”, rappresentazione teatrale ispirata all’ultima breve ed intensa lettera scritta da Nicola Righetti, un fante bresciano del 17° reggimento fanteria, mentre si trovava a Cave di Selz, dove trovò la morte. La serata, che ha goduto del patrocinio del comune di Doberdò del Lago e della collaborazione dell’Associazione Zenobi, della Comunità Montana Vallesabbia, del Sistema Bibliotecario Brescia Est, dell’Associazione nazionale Fante-Federazione provinciale di Brescia, dei Forti del Garda.it e dell’Istituto del Nastro Azzurro è stata animata dal gruppo “La polenta sulle stoppe”, gruppo di giovanissimi ragazzi che hanno ricostruito gli ultimi anni di vita di Righetti morto il 29 marzo 1916 a Cave di Selz (in comune di Ronchi dei Legionari). La rappresentazione, basata sulla ricerca storica di Luca Agosti e imperniata sugli ultimi scritti del caduto che arrivava dal comune di Capovalle (Bs), ha accompagnato il pubblico nella vita quotidiana del fante trascinato suo malgrado dalla propria casa alla vita militare e nel cuore della battaglia in cui lascerà la vita. “Più che una serata teatrale, questa vuole essere una serata di ricordo e di memoria. E’ per questo – ha detto Luca Agosti – che abbiamo portato un vaso di terra di Capovalle e lo spargeremo sul Carso, e allo stesso modo raccoglieremo un po’ di terra rossa del Carso e la porteremo a Capovalle: sarà come riportare a casa il nostro Nicola. Negli anni ’20 i nostri nonni, dalle nostre parti, usavano tenere a casa un’urna con la terra del luogo dove erano morti i loro familiari: in questo modo potevano pregare per il loro figlio, marito, nipote, padre sentendoli vicino, anche senza poter raggiungere i luoghi dove effettivamente questi erano morti e sepolti”. Presente alla serata anche il sindaco di Capovalle, Natalino Grandi e due parenti di Nicola Righetti, che hanno voluto rendere omaggio ai luoghi che hanno visto le ultime ore di vita del loro congiunto. “Doberdò è stata terra di battaglia e morte. Morti che appartenevano a tante nazionalità diverse e a cui dobbiamo rendere omaggio in ugual modo” ha detto il sindaco di Doberdò, Fabio Vizintin chiedendo un minuto di silenzio in onore dei caduti. Attori e narratori sono stati Clelia Comensoli, Marta Secci, Edoardo Gazzina, Alberto Taffelli, con la supevisione teatrale di Emanuela Battaglia. Alla chitarra ha suonato Marco Piccini, alla voce Ilaria Magli. I costumi sono di Marisa Zaniboni, mentre il coordinamento e la ricerca storica sono di Luca Agosti.

Al termine dello spettacolo, l’Associazione culturale Zenobi e Comitato “Pro chiesa di Plave” hanno illustrato il progetto di restauro e ristrutturazione della chiesa di Plave, in territorio sloveno, a pochi chilometri da Nova Gorica, esempio concreto di collaborazione e amicizia transfrontaliera. Grazie al lavoro di tanti volontari italiani e sloveni, la piccola chiesa, dedicata a San Luigi, realizzata nell’ex cimitero militare di Plave, e che ormai era preda del degrado e della vegetazione è stata riportata alla luce, restaurata, sistemata e le è stata ridata la dignità che era nei progetti di chi quella chiesa costruì cento anni fa.  Un lavoro che deve essere ancora ultimato e che conta sull’aiuto e la generosità di quanti vorranno dare un contributo, ricevendo il cambio una copia del libro “La guerra vista da un idiota”, memoriale del notaio Giuseppe Personeni, un vero documento di denuncia delle scelleratezze commesse da alti comandi del Regio Esercito nei confronti della truppa e di quella generazioni di ufficiali ci complemento – gli “idioti” – che potevano tranquillamente andare all’altro mondo senza scombussolare i quadri degli ufficiali effettivi.

Da ricordare che l’associazione Leali delle Notizie sta già lavorando per l’organizzazione della seconda edizione del “Festival del Giornalismo”, che si terrà il 15, 16,17,18 giugno in piazzetta Francesco Giuseppe I, con dibattito, incontri e concerti.

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