Si è conclusa con una proposta alla comunità e all’amministrazione ronchese la quinta edizione del festival del giornalismo. Durante la consegna del premio “Leali delle Notizie in memoria di Daphne Caruana Galizia”, Sandro Ruotolo non si è limitato a lanciare un messaggio di coesione e di unione ma ha rivolto un vero e proprio appello:...
Ruotolo chiama Ronchi: “Adottate l’Articolo 21”
Si è conclusa con una proposta alla comunità e all’amministrazione ronchese la quinta edizione del festival del giornalismo. Durante la consegna del premio “Leali delle Notizie in memoria di Daphne Caruana Galizia”, Sandro Ruotolo non si è limitato a lanciare un messaggio di coesione e di unione ma ha rivolto un vero e proprio appello: adottare l’articolo 21. Si tratterebbe del primo comune in Italia, nel caso in cui Ronchi assumesse un’eventuale azione del genere. “Come si può fare”, ha domandato il giornalista campano a cui è seguito la sua risposta, “semplicemente concedendo la cittadinanza onoraria annualmente a una persona che si è distinta nella ricerca della verità e che a causa di ciò ha posto a rischio la propria vita e dei propri familiari”. “E mi permetto di suggerire un nome, quello del figlio di Daphne, Matthew” ha concluso dal palco della piazzetta Francesco Giuseppe I di Ronchi dei Legionari.

Una proposta arrivata a margine della consegna del premio ad opera di Cristiano Degano, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia, e creato fisicamente dall’artista bisiaco Francio Ciot. L’opera di Ciot, va detto, ricalca uno spazio chiuso del quale una parete è ricolma di immagini di numerosi cronisti e giornalisti che sono stati uccisi durante il loro lavoro. A lato la foto di Daphne, a perenne ricordo della giornalista maltese uccisa nel 2017 da un’autobomba. “Ho pensato questo lavoro come una piccola porzione di spazio, creata da una parete centrale, formata dalla sovrapposizione di diverse lastre di acrilico, su cui sono stampate le foto di giornalisti uccisi nell’arco del tempo, in diverse latitudini.Altri elementi, sui restanti lati, contribuiscono a creare lo spazio, che rimane comunque aperto, idealmente transitabile e fruibile. Quasi una porzione di giardino. Ombreggiato da rami che si proiettano sulle pareti. La parete che ospita le foto in trasparenza, quindi delimita lo spazio, ma non come un muro perché la trasparenza lascia vagare lo sguardo al di fuori di essa: attraverso i volti che si sovrappongono intravediamo lo spazio esterno, idealmente attraversando tempo e spazio proprio tramite i volti dei giornalisti uccisi solo perché hanno fatto onestamente e correttamente il loro lavoro.Il volto di Daphne, a cui è dedicato il premio, stampato su un supporto lieve, emerge con forza ma anche con delicatezza. La forza della verità, la delicatezza della donna”.
Nella motivazione, che l’associazione ha consegnato assieme al premio, assegnato a seguito della scelta di un apposito comitato scientifico, composto da giornalisti nazionali e internazionali, si legge: “Storico inviato e punto di riferimento per centinaia di cronisti e di giovani che tentano di contrastare la criminalità organizzata, Ruotolo vive sotto scorta dal 2015, in seguito alle minacce di morte che gli aveva rivolto Michele Zagaria – l’ultimo boss del clan dei Casalesi – a causa delle sue inchieste sul traffico dei rifiuti tossici in Campania. Ruotolo prosegue però il suo lavoro di giornalista, attento e scrupoloso, senza abbassare la testa, con l’unico obiettivo di svelare la verità. Non ha mai abbassato la testa neanche davanti alle minacce e a una vita diventata sicuramente complicata e limitata. Il suo lavoro è un esempio che non coinvolge solamente gli organi di informazione, ma deve essere la parola d’ordine per tutti i cittadini che intendono essere liberi nel cuore e nella coscienza, protagonisti della loro vita”.

Corinne Vella, sorella di Daphne, non potendo essere presente fisicamente alla serata, ha inviato all’associazione un videomessaggio. “Questa sera non potrò essere qui al festival ma volevo mandarvi i saluti da parte di tutta la famiglia di Daphne Caruana Galizia” ha detto. “Il premio Leali delle Notizie è una luce che brilla sulla vita e sul lavoro di Daphne, che sconfigge quelle persone che vogliono uccidere la sua memoria, come hanno ucciso lei. Questo mette in risalto la vulnerabilità del nostro diritto di conoscere, che riconosce l’importanza del giornalismo in un mondo dove la libertà di stampa è sotto attacco. Riconosce la dedizione di giornalisti che svolgono il loro lavoro, non per successo o fama, bensì per raccontarci cosa abbiamo bisogno di sapere. Il vincitore del premio in memoria di Daphne di quest’anno è qualcuno che con il suo lavoro difende il nostro diritto a conosce contro coloro che vogliono seppellirlo. Il premio è più che meritato. Chiunque riesca a persuadere i giovani, attraverso i propri lavori, che le notizie valgono la pena di essere lette e condivise dona a tutti la speranza che il futuro può essere migliore”. “A Sandro Ruotolo”, conclude, “per conto di tutta la famiglia di Daphne, i nostri complimenti“.
“La libertà non la puoi pesare, né misurare al metro. Se alcuni giornalisti non sono liberi di fare il proprio lavoro la democrazia è a rischio. A me il capo del clan dei Casalesi, della Camorra di Casale, mi vuole squartare vivo perché ho fatto un’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti”, racconta lo stesso Sandro Ruotolo. “Io ho fatto un reportage in televisione, ma se altri giornalisti avessero posto le mie stesse domande al pentito Carmine Schiavone, la minaccia si sarebbe spalmata. Più siamo, più giornalisti siamo meno si rischia. Se tutti facessero il proprio lavoro e raccontassero il Paese reale e non quello che ci chiedono di raccontare i politici, staremmo molto meglio”.